L’illuminotecnica è un settore vasto e complesso dell’architettura sia di interni che di esterni, in questo mio video vi voglio accennare qualche nozione generale, utile per una scelta consapevole dei corpi illuminanti.
Una giusta illuminazione garantisce un buon comfort visivo all’interno degli ambienti. Per questo è necessario progettare una buona illuminazione studiata nei minimi dettagli.
Ciao, mi chiamo Gilberto Lombardi, sono un lighting designer professionista con 30 anni di esperienza nel mondo della luce,
oggi vedremo insieme le 6 grandezze fotometriche utili per confrontare fra loro apparecchi luminosi diversi e scegliere quello giusto,
e non soltanto quello che ci piace di più.
Naturalmente se non sei un addetto ai lavori tutto quello che vedrai in questo video non ti sarà di grande aiuto,
ma se sei un architetto, o arredatore capirai come scegliere una lampada leggendo solo le caratteristiche tecniche.
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La prima grandezza che troviamo sulle schede tecniche di una lampada è il Flusso luminoso.
Il flusso luminoso che si misura in lumen esprime la quantità di luce che emette una sorgente luminosa, a prescindere dalla qualità della luce e dalla sua distribuzione nello spazio.
In pratica, più è elevata la luce emessa, più alto sarà il valore in lumen.
Facendo un paragone fra la luce e l’acqua, una sorgente luminosa può essere paragonata ad un rubinetto aperto,
il flusso luminoso esprime la quantità di litri che fuoriescono dal rubinetto per unità di tempo.
Attenzione che alcune schede tecniche non sono molto chiare.
Infatti viene messo in evidenza il flusso luminoso nominale dell’apparecchio e non il flusso effettivamente emesso dalla lampada.
Perché succede questo?
Semplice:
Il chip led montato sulla lampada in realtà emette i lumen dichiarati, ma una volta dentro all’apparecchio illuminante per una serie di dispersioni dovute alle parabole, al colore della lampada stessa, agli schermi diffondenti ci sarà inevitabilmente un degrado di emissione luminosa in alcuni casi anche del 50%.
Un esempio molto semplice che faccio ai miei clienti per avere un riferimento concreto quando parlo di lumen, è che la vecchia lampadina da 100 w corrisponde a 1380 lumen.
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La seconda grandezza è l’ Intensità luminosa
Una sorgente luminosa irradia il suo flusso luminoso in diverse direzioni generalmente con diverse intensità a seconda della direzione.
L’intensità della luce irradiata in una determinata direzione viene definita intensità luminosa, e viene misurata in Candele.
Per riprendere l’esempio idraulico,
l’equivalente della intensità luminosa è dato dalla intensità di un getto d’acqua in una data direzione.
Ad esempio, un innaffiatore automatico spruzza acqua in tutte le direzioni, ma può anche essere regolato per spruzzare acqua in maggiore quantità in una determinata direzione, e meno in un altra.
La stessa cosa può essere fatta con un apparecchio illuminante, per soddisfare particolari esigenze.
Per capire come un determinato apparecchio illuminante in quale direzione emette la propria luce ci vengono in aiuto le curve fotometriche.
Vediamo due esempi.
In questa curva di un faretto spot vediamo in giallo che il flusso luminoso della luce è orientata in una sola direzione con un fascio 15 + 15 gradi rispetto l’origine, quindi questo faretto emette un cono luminoso di 30 gradi
In questa vediamo un fascio di luce prodotto da una strip led. Come potete vedere in questo caso l’ampiezza è di 120 gradi.
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Terza grandezza, sicuramente la più concreta alla nostra vista è l’Illuminamento.
L’illuminamento è dato dal rapporto tra il flusso luminoso irradiato e una data superficie illuminata. In sostanza, esprime la quantità di luce che arriva su una determinata superficie.
Questo valore non riguarda la sorgente luminosa ma l’area illuminata dalla sorgente, ed esprime la quantità di luce in una determinata superficie.
L’unità di misura è il Lux ed è anche facilmente misurabile con un luxometro.
Se non ne avete uno professionale esistono anche app per telefono che funzionano molto bene.
Quindi non confondiamo i Lux con i Lumen.
I lumen è la quantità di luce emessa da una lampada in tutte le direzioni, mentre i lux è la luce che colpisce una superficie.
Proseguendo con l’esempio idraulico,
l’illuminamento di una determinata superficie è paragonabile alla quantità d’acqua raccolta da una particolare sezione del terreno sottoposta all’innaffiamento del nostro innaffiatore .
Diverse sezioni di terreno riceveranno diverse quantità d’acqua per unità di tempo.
Maggiore l’illuminamento, migliore la visione.
Mentre per le abitazioni private non esistono norme specifiche di livelli di illuminamento per singoli ambienti ma solo tabelle raccomandate,
per i luoghi di lavoro esistono tabelle UNI di riferimento ai quali attenersi in base al tipo di attività svolta.
Ad esempio, mentre in un magazzino sono sufficienti poche decine di lux, per eseguire lavori di precisione possono essere necessarie anche alcune migliaia di lux.
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Quarta grandezza: La Luminanza
La luminanza è il rapporto tra la intensità luminosa emessa in una certa direzione e la dimensione della superficie emittente.
E’ un valore importante quando si considerano effetti di abbagliamento o comunque di fastidio prodotti da una sorgente luminosa.
Per capirci con un esempio: una lampadina nuda può produrre un fastidioso effetto di abbagliamento anche se di piccole dimensioni.
Ponendo un globo opalino intorno alla lampada, si ha come risultato di aumentare la superficie di emissione della sorgente luminosa ( l’intero globo viene adesso percepito come tale) senza aumentarne l’intensità.
Di conseguenza la luminanza diminuisce, e con essa l’effetto di abbagliamento.
Quindi è sempre preferibile scegliere apparecchi con bassa luminanza.
La luminanza di una superficie illuminata dipende dalla natura della superficie stessa ( materiale e/o colore),
dal suo modo di riflessione e dalla posizione dell’osservatore.
Ecco perché un ambiente chiaro risulterà più luminoso di uno scuro.
La luminanza si misura in candele per metro quadrato.
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Quinta grandezza: Temperatura di colore
Con l’avvento dei led si sente sempre più parlare di colore della luce.
Bianca calda, bianca naturale o bianca fredda.
La temperatura di colore si misura in gradi Kelvin.
La luce bianca calda va da 2700 a 3000 gradi kelvin, mentre quella definita naturale è 4000 gradi kelvin e la fredda dai 5000 in su.
Ma da cosa derivano questi numeri?
Per chiarire meglio il concetto, pensiamo ad una barra di ferro nera riscaldata lentamente; man mano che la temperatura aumenta, dal nero iniziale la barra appare rosso scuro, poi sempre più tendente all’arancione, quindi gialla ed infine, a temperature elevatissime, bianca. Ognuna di queste differenti apparenze cromatiche corrisponde a differenti temperature della barra. Tanto maggiore la temperatura, tanto più chiaro il colore.
Per chi non sa decidere quale colore è meglio utilizzare per il proprio arredamento esistono anche particolari apparecchi illuminanti con la possibilità cambiare il colore della luce bianca, con tecnologia definita “Bianco dinamico”,
dove è possibile trovare il colore della luce più consono ai propri gusti.
Anche se il mio consiglio è quello di utilizzare una luce a 3000 kelvin per applicazioni domestiche in abitazioni private, mentre 4000 gradi kelvin per uffici o luoghi di lavoro.
Una luce calda rende l’ambiente più confortevole ed accogliente, mentre una luce più fredda favorisce la concentrazione per il lavoro.
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Indice di resa cromatica
L’indice di resa cromatica è quel valore che indica quanto una sorgente luminosa faccia apparire naturali i colori degli oggetti che illumina.
L’indice di resa cromatica detto CRI oppure IRC va da 0 a 100.
Dove il valore il valore massimo 100 corrisponde alla luce naturale all’esterno.
Quindi più è alto è il cri e più naturali risulteranno i colori del vostro arredamento e quindi la vostra casa risulterà più bella ed accogliente.
Le prime lampade a led, oltre che essere state costosissime e poco luminose, avevano un pessimo indice di resa cromatica, oggi un led di ottima qualità può raggiungere valori superiori a cri 90, quindi del tutto paragonabili alle vecchie lampadine alogene ed alla luce naturale.
I led oggi hanno raggiunto un grado di maturità tecnologica eccellente, pensate che hanno la capacità di esaltare anche determinati colori o materiali.
Ad esempio, utilizzati nei reparti pescheria hanno la caratteristica di esaltare la freschezza del pesce, o in macelleria il colore rosato della carne.
In pratica essendo la luce un onda elettromagnetica i led vengono concepiti per emettere frequenze di luce visibile compatibili ai colori da mettere in evidenza.
Un cri alto comporta fondamentalmente due aspetti:
il costo maggiore dell’apparecchio e la minore efficienza luminosa
Dall’altro canto i cri bassi sono utilizzatissimi dove serve una luce a basso costo e non di qualità.
ad esempio per l’illuminazione stradale,
dove è fondamentale vedere un pedone che attraversa la strada e non di quale colore ha i capelli.
Spero di non avervi annoiato troppo con tutte queste nozioni tecniche ma ci tenevo a fare un po di chiarezza sugli aspetti fondamentali della luce,
anche se ci sarebbero ancora tanti fattori da approfondire come l’efficienza luminosa, il grado di protezione o le classi energetiche, ma quelli li vedremo in un prossimo video.
La mia professione di lighting designer è rivolta sia a privati che intendono valorizzare le proprie abitazioni, giardini o luoghi di lavoro che a studi di architettura ed arredatori.
Se avete bisogno di consulenze professionali specifiche o progetti illuminotecnici vi lascio i miei contatti in descrizioni. Collaboro con i più importanti studi di architettura italiani.
Ho cercato di essere più chiaro possibile, ma se c’è qualche aspetto che vi incuriosisce o volete approfondire scrivetemi nei commenti, sarò ben lieto di rispondervi.
Per non perdere i prossimi video vi invito ad iscrivervi al mio canale dedicato alla luce.
Ciao a tutti.