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Plafoniera dal forte impatto scenografico: la struttura leggera, quasi trasparente, composta da una rete di cavi metallici flessibili all’incrocio dei quali sono posizionate le sorgenti LED, nasconde la complessità del progetto e, smaterializzandosi, lascia spazio soltanto alla luce, unica vera protagonista. Nata dalla sperimentazione attorno alle potenzialità dei LED, tecnologia che permette di essere scomposta in piccolissime unità, la particolare intelaiatura permette un’eccezionale libertà nella gestione della luminanza: è infatti possibile controllare l’intensità della luce mediante un dimmer con taglio di fase, che viene regolato tramite una scheda elettronica dedicata collocata nel rosone. La scheda necessita di essere connessa a un interruttore On/Off e a un normale pulsante di accensione graduale al fine di variare la luminosità.

“Mi sono proposto di creare una lampada partendo da questa capacità di scomposizione spaziale dei LED, distribuendoli in modo da ottimizzare la diffusione della luce ma soprattutto con l’intenzione di donare a ognuno di questi punti luminosi l’indipendenza. Volevo creare una lampada con capacità di gestire la posizione e la quantità della luce, un oggetto flessibile in grado di adattarsi allo spazio e ai bisogni di chi la utilizza. Per organizzare la scomposizione dei punti luminosi ho utilizzato parametri simili a quelli identificati da Fibonacci nella natura, come la disposizione dei semi nel girasole, delle vistose macchie a forma d’occhio nella ruota del pavone maschio o nella rosetta fogliare del cavolo. Una sequenza precisa che mi ha ispirato nella distribuzione della luce nello spazio.”

Vincitrice del Red Dot Design Award 2016 – Best of The Best Lighting Design

Design: Francisco Gomez Paz