Un Manifesto della luce
Oggi come non mai dobbiamo trovare una sintesi tra emozioni, tecnologia, poesia, esigenze, messaggi, estetica e valori politici. Non si tratta semplicemente di cambiare tecnica, ma la società stessa e i nostri comportamenti, sia in pubblico sia in privato. Dobbiamo spingerci oltre le nostre capacità e la nostra immaginazione per migliorare la vita delle persone…
Se il futuro è già oggi, qual è la luce artificiale del domani?
L’idea di Piero Gandini, che nel 1985 ha affiancato il padre Sergio, già alla guida dell’azienda dal 1963 e responsabile, tra le altre cose, dell’acquisizione di Arteluce di Gino Sarfatti nel 1974, è che ci siano e saranno sempre più tipi di illuminazione, radicalmente nuovi. Vanno studiati, sviluppati e prodotti con un atteggiamento di rottura verso l’esistente e, insieme, di rigore culturale: come quello su cui è stata fondata Flos, ma con sempre nuovi designer e artisti.
Occorre progettare così tutti gli ambienti artificiali, a partire dalla casa, con la divisione Home. Una forte dimostrazione, un primo esperimento riuscito è la collezione 2017. Architetti, designer, artisti creano apparecchi illuminanti come sculture, giochi d’equilibrio, nuove icone del design di domani, già oggi reali.
Una visione ambientale più ampia coinvolge i luoghi del lavoro, dell’intrattenimento e perfino i “non luoghi” del consumo, con la divisione Architectural, mentre agli spazi di natura, ossia giardini, parchi e paesaggi è dedicata la divisione Outdoor.
Come dice Philippe Starck: “Non c’è differenza tra luce artificiale e naturale. È solo questione di trasmissione, ioni e fotoni sono sempre gli stessi.” Possiamo aggiungere: “È solo questione di tempo. La terza rivoluzione industriale non si ferma. Scopriremo e realizzeremo le visioni più avanzate possibili della luce. Per Flos forma e tecnologia sono inseparabili tra loro in questo sviluppo.”